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SERGIO

Nei suoi quadri, Sergio Cervo costruisce delle realtà complesse che partono dall’assemblaggio e dall’articolazione di elementi tratti dalla realtà oggettuale e notevolmente diversi tra loro. Sottratti dalla realtà minuta del quotidiano, infatti, i suoi pezzi di cuoio, le tavolette di legno colorate, i bulloni, le foglie, la terra, le sabbie, il catrame, nonché i colori acrilici e le aniline si collocano tra i materiali che Cervo adopera come mezzi significanti ai fini della costruzione dell’opera come realtà autonoma dalla semplice rappresentazione. Trattando la superficie del  quadro come necessità di svolgimento della sua ricerca formale, Cervo si crea un suo spazio di riflessione in cui il tempo si sospende e trattiene se stesso, rarefacendo e puntualizzando i pensieri e i ricordi, in una sorta di metafisica del vissuto dove l’inserimento oggettuale, pur superando la propria quotidianità contingente, conserva  la memoria profonda di quel collegamento col reale che costituisce il dato irrinunciabile e costante della testimonianza “umana” ed artistica di Sergio Cervo.

Laura Turco Liveri

 

...le opere di Sergio Cervo hanno ben poco in comune con le sperimentazioni  di certa arte povera, ed hanno forti connotati neo-informali. In queste si sente la grande lezione di Antonio Tapies dal quale derivano le superfici scabre e grumose del ciclo di lavori intitolato Tempo. Si tratta di tele che per le loro crepe e le spaccature profonde ricordano da vicino veri e propri paesaggi lunari, naturali.

Cervo sembra recuperare l’invito di Tapies a “copiare la natura ”: a riprodurla, a reinterpretarla, a misurarsi. Cervo riproduce la natura. Quelle superfici rugose, granulose, scalfite che si trovano nei suoi lavori in un primo luogo si incontrano su alcuni muri. E l’arte, dunque, ritemprandosi nella viva e sempre nuova natura in Cervo si fa umana.

Si fa esperienza -come scrive Matteo D’Ambrosio- “di una impregiudicata, sorprendente immaterialità, di cui non possediamo ancora il racconto”. Le opere di Cervo assolvono allora ad una funzione di sonda per nuovi territori da indagare, scoprire,conoscere. Una ulteriore frontiera da raggiungere.

Vincenzo Trione

 

...la sua istintualità  poetica libera da schemi e condizionamenti, tra sogno e angoscia, incubi e fantasia diventa un caleidoscopio di pittura che apre alla meraviglia: Cervo riesce a creare comunicazione con il mistero delle presenze invisibili dell’aldilà e dell’inconscio…

Daniela Ricci

 

...non si tratta,insomma, di dipingere con la materia, come volle l’informale, o di “interrompere” la pittura, per lasciare alla realtà il compito di “fingerne” i linguaggi, ma di abbandonare il sapere dell’arte per riconquistare una dimensione estetica non/e anti-oggettuale.

Matteo D’Ambrosio

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